Quali sono i tratti distintivi di un tech giornalista freelance? Di cosa c’è bisogno per affacciarsi a questa professione e per costruire su di essa una carriera capace di grandi soddisfazioni?
Tech giornalista freelance in 9 punti: tu quanti ne hai?
Scrivere di tecnologia è un mestiere affascinante, bellissimo. La tecnologia fa progredire il mondo, e chi la racconta ha il privilegio di essere parte attiva di un inarrestabile percorso di trasformazione.
Alcune cose, però, devono essere chiare: per quanto il mestiere del tech giornalista freelance sia accessibile a tutti e la passione faccia miracoli in questo campo, è pur sempre un mestiere non improvvisabile. Così come non basta saper scrivere per essere un giornalista o un copywriter, non è sufficiente acquistare un iPhone per conoscere la tecnologia.
Abbiamo quindi pensato di evidenziare i 9 aspetti fondamentali che non possono mancare in un giornalista freelance che ambisca a fare questo mestiere a tempo pieno. Sicuramente ne mancherà qualcuno: non escludiamo un aggiornamento.
· Età
Ininfluente, a patto di avere voglia di aggiornarsi ogni giorno. La tecnologia non si ferma mai.
· Formazione
Il tech giornalista freelance dovrebbe miscelare equamente (50/50) le capacità di comunicazione con le competenze tecniche. Ma non viviamo in un mondo ideale, per cui ci sarà sempre uno sbilanciamento verso una delle due componenti. Il giornalista resta l’esperto di settore, per cui è fondamentale la competenza tecnica. Per un copy, il discorso sarebbe diverso.
· Specializzazione
Scrivere di tecnologia è un concetto troppo ampio. I giornalisti migliori seguono l’intero panorama tecnologico, ma poi si specializzano in uno o più ambiti (data science, AI, cloud, cyber security…) e lì costruiscono la propria carriera.
· Passione
Non può mancare. La passione porta alla curiosità, e questa spinge all’approfondimento e all’apprendimento continuo. È quasi impossibile costruire una carriera di successo in questo campo senza tanta genuina passione.
· Competenza
Un punto delicatissimo. Occorre allora distinguere tra tech giornalista freelance B2C e B2B.
Business to Consumer
Il tech giornalista freelance B2C scrive solitamente di elettronica di consumo, di gadget, di reti domestiche e software dedicati ad utenza privata. Deve essere più competente del più competente dei suoi lettori. Per un semplice motivo: lui è un professionista del ramo tech, il suo lettore no.
Business to Business
Qui il lettore è un professionista. È quasi impossibile, e non sarebbe neppure logico, avere le sue stesse competenze tecniche, ma bisogna essere in grado di gestire al meglio una conversazione (alla pari) e avere un’ampia visione del mercato e delle sue dinamiche. Non è un mestiere improvvisabile.
· Stamina
Il tech giornalista freelance può essere il mestiere più bello del mondo, ma ci vuole molta resistenza. Essere freelance non aiuta sotto questo profilo: avendo più clienti, le date di consegna e le eventuali revisioni si accavallano. Ci vuole molta disciplina, una certa capacità di pianificazione, calma e litri di caffè. Che in effetti contrastano con la calma.
· Dotazione tecnologica
Durante la pandemia, bastano un PC e una connessione di qualità: il 90% delle interazioni avviene in chat o video call. Con l’allentamento del covid, si spera di riprendere la macchina fotografica, il cavalletto, lo zaino e, magari, il biglietto aereo. Competenze fotografiche, di image e video editing di base sono fondamentali.
· Esperienza
Il tech giornalista freelance è un mestiere in cui l’esperienza conta molto, perché col tempo migliorano sia le competenze tecniche che la capacità di storytelling. La stesura degli articoli diventa sempre più rapida (ma una rilettura ci vuole, sempre e comunque) e si può fare spazio a nuovi lavori.
· Pazienza
Come in tutti i lavori, è fondamentale. I clienti cambiano idea di continuo, e lo fanno anche le redazioni. Soprattutto sui tempi, che sono il vero nemico giurato di ogni giornalista freelance.