Una platea possibile di oltre 85 milioni di persone. Questo è, secondo Forbes, il numero degli utenti che nel 2021 hanno utilizzato la realtà aumentata.
Quello delle fiere virtuali nel Metaverso è un business che in un futuro neppure troppo lontano potrebbe svolgere un ruolo chiave nell'economia mondiale. D'altro canto, uno dei cambiamenti epocali che la pandemia ha portato con sé è proprio quello di aver dato una decisiva accelerata agli eventi virtuali. E lo sviluppo del Metaverso ne è una diretta conseguenza. Uno sviluppo che stanno vivendo anche le fiere negli universi paralleli, ovvero appunto nel Metaverso. La parola chiave in questo caso non può che essere "realtà aumentata". Già, perché la naturale evoluzione delle fiere "da remoto" è rappresentata da un'esperienza immersiva, che non rappresenti la simulazione di qualcosa già conosciuto nel mondo "reale" ma che sia un'esperienza il più possibile differente ma concreta allo stesso tempo. Lo si è visto nel Consumer Electronic Show 2022 di Las Vegas, dove realtà aumentata e Metaverso si sono fatti strada fra gli argomenti di discussione più partecipati. Diverse imprese hanno già provveduto da anni a realizzare una mappatura virtuale dei propri spazi e tramite visori vr come il più famoso Oculus - ma ne esistono anche di modelli e generi differenti - l'esperienza può davvero far immergere l'utente nell'ambiente impresa.
Fiere virtuali, cosa si intende?
Dare un'occhiata a Geco Expo, la prima esposizione del tutto virtuale italiana interamente dedicata all'ecosostenibilità, fa ben comprendere quanto una fiera virtuale sia molto più di un semplice sito web che illustra un evento. Anzi, fa capire come le fiere virtuali possano rappresentare una possibilità per le aziende di ampliare il mercato con uno sforzo tutto sommato non titanico (va sottolineato, però, che gli investimenti economici non sono di certi bassi soprattutto all'inizio).
Basti pensare alla possibilità per ogni visitatore della fiera di avere di default con l'ingresso alla fiera un wallet personale nel quale caricare brochure e informazioni di qualunque tipo. E, si badi bene, non si tratta soltanto della comodità di non dover portarsi in giro shopper con volantini cartacei per tutti i padiglioni: significa avere dati a portata di click e poterli archiviare in modo davvero utile.
Cosa serve alle aziende per un cambio di mentalità
Necessario, quindi, per le imprese anzitutto cambiare mentalità - i contenuti da realizzare devono essere pensati come sempre più fruibili anche da remoto, ma in un'ottica user friendly che vada ben oltre il semplice elenco di informazioni: la parola d'ordine deve essere "esperienza" - anche attraverso l'utilizzo degli Nft: i Non fungible token saranno certamente al centro di parte degli scambi delle fiere nel Metaverso o, come avviene in alcuni luoghi ricreativi degli universi virtuali, saranno utilizzati come biglietto d'ingresso.
Quanto costa investire sulle fiere virtuali?
Impossibile non riflettere sui costi che queste nuove strategie porteranno con sé. E allora che fare? Senza dubbio puntare su investimenti che vadano in una direzione nuova del marketing. In una direzione a tratti anche visionaria. Perché se è vero che le fiere virtuali non sostituiranno del tutto quelle tradizionali, bisogna farsi trovare pronti nel momento in cui le affiancheranno. E, visti i notevoli investimenti che società del calibro di Meta stanno facendo nel Metaverso, non è difficile ipotizzare che quel momento potrebbe arrivare molto presto. E non si tratta soltanto di essere "presenti", di mettere la propria bandierina solo per dire "ci sono". "Stiamo parlando ora di Metaverso nello stesso modo in cui abbiamo iniziato a parlare di Internet all'inizio degli anni Novanta" ha spiegato Steve Koenig, vicepresidente della Consumer Technology Association. Il che rappresenta già un segnale di quanto la portata del fenomeno possa essere notevole.