Come nasce una strategia SEO inbound marketing che funziona? Partiamo dalle basi: la SEO è la disciplina che lavora per rendere facilmente rintracciabile un sito web agli utenti che fanno una query pertinente su un motore di ricerca. È un tassello fondamentale dell’inbound marketing: un buon posizionamento organico per le giuste keyword garantisce una delle più importanti fonti di traffico (e dunque, lead) per una realtà B2B. Basti pensare che, secondo una ricerca Forrester, il 68% dei buyer preferisce gestire in autonomia le proprie ricerche, e che in media, ne fa ben 12 prima di stabilire un contatto con l’azienda selezionata. Come si intercetta questo pubblico? In questo articolo vedremo come farlo attraverso il Topic Cluster Model, una delle strategie SEO inbound marketing utilizzate con maggiore successo dagli esperti di tutto il mondo.
1. Selezione degli argomenti
Il primo step consiste nell’individuare gli argomenti (i topic) da trattare. Aiutandovi con uno strumento come Google Keyword Planner e l’utilizzo di tool specifici come SEOzoom e SEMrush, per tenere d’occhio i volumi di ricerca, bisogna realizzare una lista di una decina di parole chiave che individuano gli argomenti più rilevanti per il vostro business e per il vostro pubblico.
La lista dei topic includerà keyword short-tail con alti volumi di ricerca e ad alta competitività: posizionarsi per queste parole chiave è davvero difficile: ecco perché, al momento di creare i contenuti che popoleranno le singole pagine web, bisognerà orientarsi su long-tail keyword.
2. Inbound marketing, SEO e long-tail keyword
Una strategia SEO inbound marketing solitamente si applica nel blog dove vengono ospitati i contenuti creati allo scopo di rispondere alle varie esigenze dei propri utenti. Ciascuno di essi corrisponde ad una pagina web, che andrà a posizionarsi su Google per una determinata parola chiave. Ma quale? Partendo dai topic scelti nello step precedente, scegliete 5-10 keyword long-tail, cioè frasi di ricerca altamente specifiche con un basso volume di ricerca, che comunicano chiaramente un certo intento di ricerca, ciascuna incentrata su un aspetto specifico dell’argomento. Anche in questo caso, potrete ricorrere all’aiuto di un tool SEO come Keyword Planner. Ogni gruppo di parole chiave riferito ad un argomento andrà a comporre un cluster.
3. Creazione dei contenuti cluster
A questo punto sarà possibile passare alla creazione dei contenuti. Ogni keyword specifica individuata sarà il target di un articolo del blog. Questo serve a far sì che le varie pagine inizino a posizionarsi su Google e che, pur trattando dello stesso topic, non competano tra di loro per la stessa parola chiave. È importante pubblicare nuovi contenuti con regolarità: un post a settimana è un buon ritmo per cominciare. È importante inoltre definire, all’interno della content strategy, un piano editoriale. Questo strumento è infatti indispensabile per sistematizzare le nuove uscite nel tempo e in base alle tematiche trattate. Non bisogna però concentrarsi esclusivamente sui nuovi articoli: è buona pratica prendersi del tempo per aggiornare i post più vecchi per mantenere i contenuti sempre attuali.
4. SEO, inbound marketing e pagine pillar
È il momento di creare le pagine pillar: si tratta di pagine dedicate a ciascun argomento individuato in fase iniziale, e successivamente approfondito attraverso i vari post blog. L’obiettivo della pagina pillar è di essere una risorsa quanto più possibile completa sul tema su cui è incentrata. Il suo contenuto sarà decisamente corposo, ma non necessariamente esauriente: per quello ci sono già gli articoli del blog, ciascuno dei quali si focalizza su un aspetto specifico dell’argomento.
Ad ogni pagina pillar corrisponde il suo cluster di contenuti: l’una è legata agli altri attraverso dei link. Ogni pagina pillar rimanderà ad un articolo specifico per chi volesse approfondire un determinato argomento, magari dopo averne dato una descrizione sommaria in un paragrafo. Allo stesso modo, ciascun contenuto cluster conterrà al suo interno un collegamento alla pagina pillar che tratta dell’argomento in generale.
Come funziona la strategia di SEO inbound marketing delle pillar pages
Qual è la ratio dietro questa tecnica SEO inbound marketing? In prima istanza si cerca di ottenere un buon ranking per le long-tail keywords individuate, attraverso la creazione di contenuti specifici. Tramite il collegamento con la pagina pillar, che funziona come hub per il cluster di contenuti dedicato all’argomento, si comunica agli utenti e al motore di ricerca che quella pagina rappresenta un punto di riferimento su quello specifico topic. In questo modo, con il passare del tempo, la pagina pillar andrà a incrementare il ranking per la sua ampia keyword obiettivo, che in fase iniziale e in modo diretto sarebbe risultata troppo competitiva da affrontare.
5. Tracking delle performance
Come capire se la strategia SEO inbound marketing sta funzionando? Ecco alcune metriche importanti da tenere sotto controllo:
- Visite da traffico organico (e la loro crescita);
- Ranking di ciascuna pagina per la long-tail keyword target;
- Rapporto tra impression e click: il rapporto tra impression (numero di volte in cui i nostri contenuti appaiono nei risultati di ricerca Google) e click, o CTR (Click Through Rate) ci permette di capire se i nostri titoli siano o meno efficaci nel catturare l’attenzione dell’utente;
- Tempo di permanenza medio sulla pagina e bounce rate: se il tempo di permanenza è in media molto basso e il bounce rate (la percentuale di utenti che abbandona la pagina dopo pochi istanti) è elevato, c’è qualcosa che non va: ci si sta posizionando per delle parole chiave errate o il contenuto non è utile per l’utente che cerca quella keyword, o ancora, la pagina non stimola l’attenzione. È bene risolvere rapidamente questi problemi perché entrambi gli indicatori sono valutati negativamente da Google ai fini del posizionamento del sito web.