Una consulenza content marketing può trasformarsi in una preziosa occasione di apprendimento per le risorse interne del marketing di un’azienda che entrano in contatto con professionisti esperti e sempre aggiornati. Perché cogliere questa opportunità conviene e quali sono le competenze prioritarie da sviluppare nel corso di una collaborazione realmente fruttuosa.
Consulenza content marketing: leva strategica per fare upskilling
Si parla con insistenza della carenza di competenze digitali nelle imprese italiane. Ma non sono solo chiacchiere: i dati lo confermano. Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), un indice che tiene traccia del grado di digitalizzazione dei Paesi Membri dell’Unione Europea, l’Italia rimane al terz’ultimo (!) posto sulla scala delle competenze digitali (fonte: digitalagendadata.eu) nel 2020. Solo il 15.2% sa offrire alle imprese competenze digitali avanzate, in confronto al 19,5% della media europea.
Che fare dunque? Occorre utilizzare davvero tutti gli asset a disposizione per fare upskilling anche attraverso canali formativi non canonici. È qui che entrano in gioco servizi esternalizzati in ambito digitale, come può essere quello di una consulenza data analytics, cyber security o, per l’appunto, content marketing.
La formazione inizia dal rapporto con i consulenti
I consulenti sono professionisti che affrontano e risolvono nell’arco della propria giornata lavorativa i problemi di tante, tantissime aziende diverse riguardo a un ambito del sapere circoscritto. Prendiamo, nel nostro caso, l’esempio di un consulente content marketing: la sua quotidianità è costellata di veloci sessioni di Q&A con i clienti su temi precisi, da quale sia l’immagine più d’impatto per il nuovo post in pubblicazione su LinkedIn a come rivitalizzare la struttura della newsletter mensile poiché sia più coinvolgente, fino a come rivedere l’ultimo blog post pubblicato affinché si posizioni sempre più in alto nel ranking Google. Intensità e velocità sono le parole che meglio descrivono questo lavoro.
Per il team marketing di un’azienda, entrare in contatto con queste figure può essere una vera e propria boccata di aria fresca. Se, da un lato, essere il marketing manager di un’impresa permette di gestire tutte le attività a 360 gradi sviluppando una conoscenza approfondita di temi, servizi e prodotti offerti, dall’altra c’è sempre il rischio di rimanere fossilizzati sugli stessi processi, credenze e conoscenze. A ciò, aggiungiamo il basso livello di digital awareness presente negli uffici nostrani. Al contrario, quando si tratta di innovazione, non c’è nulla di meglio che uno scambio di prospettive con chi di casi ne vede tanti ogni giorno e per forza di cose deve rimanere sempre al passo con gli ultimi trend.
3 competenze da sviluppare grazie alla consulenza content marketing
Che sia attraverso una conversazione quotidiana informale oppure grazie a un vero e proprio training strutturato in tandem, date priorità a questi tre ambiti per trarre il massimo dall’esperienza dei professionisti content marketing che vi seguono.
1.SEOCopywriting
Scrivere efficacemente online presuppone regole ben precise. Parola d’ordine è SEO, acronimo dell’inglese Search Engine Optimization. In altri termini, SEO copywriting equivale a produrre contenuti che siano rilevanti per i motori di ricerca (meglio detti, Google) così che si posizionino tra i primi risultati di pagina in risposta alla query dell’utente. Ma anche scrivere pensando alle esigenze degli utenti online: le informazioni devono essere veicolate in modo chiaro, semplice e puntuale.
2. E-mail marketing
Nonostante sia ormai da tanto tempo usato (e abusato), l’e-mail marketing è ancora oggi assicurazione di successo. Ma affinché il destinatario compia l’azione desiderata, è importante conoscere le tante strategie e le regole per scrivere e inviare un testo nel modo giusto, alla persona giusta. E qui si apre un mondo. Dalle campagne DEM alle newsletter, il tutto pianificato seguendo ampli cicli di nurturing: chiedete ai vostri consulenti per credere.
3. Social media marketing
Meglio Facebook, Instagram o LinkedIn? Occhio, “the medium is the message”. Per un brand oggi essere social è essenziale e non ne scampano più nemmeno quelli B2B. Ma il panorama cambia velocemente e capire come evolvono i canali social e le loro regole, scritte e non scritte, è un lavoro a tempo pieno. La vostra azienda è già su Clubhouse? Ecco, appunto...