Le strategie SEO non possono mai essere statiche. Il web corre veloce, così come la tecnologia.
Tutto è influenzato, in primis, da come gli utenti usufruiscono di internet ed effettuano le ricerche online. Di conseguenza i motori di ricerca, Google su tutti, cambiano il modo di classificare e organizzare i contenuti, con l’obiettivo di restituire sempre il risultato migliore ad ogni query e offrire un’esperienza utente all’altezza.
Cosa implica questo per la presenza online (proficua) di un business?
Per domare l’algoritmo di Google, oggi e nell’immediato futuro, è necessario rivedere la strategia SEO alla luce dei continui aggiornamenti che, ormai da anni, Mountain View apporta al funzionamento del motore di ricerca più usato al mondo, e nello specifico, per il 2023, sarà necessario strutturare strategie SEO per contenuti a prova di Intelligenza Artificiale. Ecco come.
Oggi, gli algoritmi di intelligenza artificiale emulano gli stessi meccanismi utilizzati dagli esseri umani per valutare la comprensibilità, la fruibilità e l’utilità di un contenuto, soprattutto quando si tratta di contenuti testuali. Per spiegare come, facciamo cenno ad alcuni concetti di base delle neuroscienze.
Le persone mentre fruiscono di un contenuto danno una “valutazione” a ogni singola frase che lo compone, come su una bilancia, in cui una parola astratta ha un peso negativo, le parole di congiunzione hanno un peso neutro e ogni parola che fa riferimento a qualcosa di concreto, che ha un corrispettivo nel mondo reale, ha un peso positivo.
Il risultato è la valutazione complessiva di ogni frase, data dalla somma del valore di ogni singola parola. Ogni frase, poi, è influenzata dal contesto in cui è inserita.
Comprendere un concetto, quindi, per le persone, significa costruirlo passo dopo passo nella propria mente, un percorso che porta alla valorizzazione di questo concetto che, se è percepito con valore positivo tenderemo a memorizzare, al contrario, tenderemo a scartarlo.
Per questo quando si parla di strategie SEO, ritorna sempre prepotente la nozione di contenuti di valore. Ma quali sono i parametri di questa valutazione?
Ecco come devono essere i contenuti:
Allo stesso modo, l’Intelligenza Artificiale interpreta la comprensibilità dalla categorizzazione del contenuto, l’engagement dalla sentiment analysis e l’utilità dalla salienza relativa al contesto in cui il contenuto è inserito.
Ognuna di queste caratteristiche è utilizzata dagli essere umani e dai motori di ricerca che impiegano l’Intelligenza Artificiale per valutare i contenuti e devono essere perfettamente in equilibrio l’una con l’altra per risultare vincenti.
Tutto questo, quindi, significa che i motori di ricerca stanno affinando sempre più la metodologia di valutazione di un contenuto.
Facciamo un esempio, prendendo queste due frasi.
Se dieci anni fa, i search engine, avrebbero interpretato questi due concetti alla stessa maniera, vista la presenza delle stesse parole nelle frasi, oggi, invece, sono in grado di capirne esattamente il significato (opposto), grazie all’AI.
Questo vuol dire che non è più sufficiente che in un testo siano inserite le keyword obiettivo per cui si cerca di posizionarsi, bensì, che è necessario costruire un contenuto significativo intorno alle parole chiave e che risponda esattamente al search intent dell’utente.
E come fa il motore di ricerca a comprendere esattamente il contenuto e il significato di un testo? Con gli RDF.
Un esempio? Soggetto, predicato, oggetto. Questi devono essere sempre chiaramente esplicitati all’interno del contenuto.
Senza entrare troppo nel tecnico, l’RDF (Resource Descriptive Framework) è un tipo di codice che può essere aggiunto ai documenti web ai formati HTML, XHTML e XML e serve per organizzare le informazioni presenti nel documento partendo da un numero minimo di tre elementi messi in relazione tra loro.
Ai fini della strategia SEO, gli RDF sono importanti perché integrano e rendono più chiari i metadati agli spider dei motore di ricerca, ossia quei dati che gerarchicamente si trovano a metà tra il codice e il contenuto
Oggi, nel creare contenuti per il web, chi ha la responsabilità di creare la strategia SEO, deve necessariamente tenere conto non solo delle keyword, come detto, ma soprattutto nel search intent, ossia della vera intenzione di ricerca dell’utente che ha digitato o dettato una query al motore di ricerca.
Come? Sfruttando al massimo tutte le possibilità a disposizione per chiarire all’algoritmo che il proprio contenuto è quello che soddisfa meglio l’intento specifico.
Queste possibilità sono così riassumibili:
Google ha iniziato questa svolta verso il web semantico già dal 2012, con l’introduzione, ad esempio, del Knowledge Graph.
Per ultimo poi, nel 2021-2022, si sono succeduti una serie di update all’algoritmo in questa direzione.
Tra i più importanti sono da menzionare:
Tutto nella norma, Google ci ha abituati a numerosi update anche durante lo stesso anno, ma quello che deve restare ben fisso è che le strategie SEO 2023 ben fatte implicano anche un aggiornamento costante dei contenuti già pubblicati alla luce del nuovo comportamento dei motori di ricerca.