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PNRR per le imprese: quali risorse per le Tech Company

Scritto da Raffaello Lamarca | 6 novembre 2022

Il PNRR per le imprese rappresenta oggi un’occasione imperdibile di rilancio, di ripresa di quel percorso di crescita economica e sociale interrotto dalla crisi pandemica prima ed energetica poi.

Un dato su tutti conferma la necessità per l’Italia di dare un forte impulso al processo di digitalizzazione: l’indice Desi (Digital economy and society index) pone lo Stivale al quartultimo posto in Europa.

Con il Next Generation EU (NGEU) l’Europa ha messo sul tavolo fondi che permetteranno ai Paesi comunitari di dare un impulso decisivo alla innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

In quale modo le aziende italiane possono accedere a questi fondi? Quali sono le linee di finanziamento più vantaggiose? Quali sono i programmi da conoscere affinché il PNRR rappresenti per le imprese davvero un’opportunità?

In questo articolo, forniremo una panoramica numerica delle cifre che coinvolgono l’Italia e le imprese, con un focus sulle Tech Company.

 

Next Generation EU e PNRR: Italia prima beneficiaria

Osservando lo scenario nel suo complesso, le cifre messe a disposizione dall’Europa superano i 1.824,4 miliardi di euro: ai 750,00 miliardi di euro del Next Generation EU si aggiungono i 1.074,4 miliardi di euro del Multiannual Financial Framework.

I 750,00 miliardi di euro del Next Generation EU si dividono in due:

  • 312,5 sono a fondo perduto
  • 360,00 sono sotto forma di prestiti

Questi fondi saranno indirizzati, per il 30% per combattere i cambiamenti climatici, per il 50% per modernizzazione attraverso:

  • Ricerca e innovazione (Horizon Europe)
  • Clima equo e transizioni digitali (Fondo per la transizione giusta e programma Europa Digitale
  • Preparazione, riprese e resilienza (dispositivo per la ripresa e resilienza, rescEU e EU4Health)

L’Italia risulta prima beneficiaria insieme alla Spagna: dei 312,5 a fondo perduto del Next Generation EU al Bel Paese sono stati riconosciuti 68,98 miliardi di euro a fondo perduto (pari al 22%) a cui si aggiungono 122,6 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni.

Dunque, l’Italia ha oggi a disposizione un totale di 191,5 miliardi per il solo Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) che intende distribuire lungo tre assi di intervento:

  1. 25% alla transizione digitale
  2. 37% alla transizione ecologica
  3. 40% al Mezzogiorno

Ma, nel dettaglio come sono stati allocati i fondi e, di conseguenza, come possono sostenere le imprese?

 

Il Piano nazionale di impresa e resilienza

L’RRF chiede a ciascuno Stato membro dell’UE di presentare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si articola in 6 missioni. Per ognuna di queste l’Italia ha deciso di destinare una somma. Ecco di seguito una sintesi:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: 40,29 miliardi di euro
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,46 miliardi di euro
  • Infrastrutture per la mobilità sostenibile: 25,40 miliardi di euro
  • Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi di euro
  • Inclusione e coesione: 19,85 miliardi di euro
  • Salute: 15,63 miliardi di euro

Questo schema riassuntivo mostra immediatamente come il PNRR per le imprese possa generare grandi occasioni di sviluppo.

In realtà, lo scenario è, se possibile, ancor più roseo di questo.

Al PNRR si aggiunge anche il React EU per ulteriori 13,00 miliardi di euro, il Fondo complementare per 30,61 miliardi di euro, portando la cifra complessiva a 235,13 euro.

Se a questi uniamo anche i fondi strutturali 2021/2027 (si parla di 75,62 miliardi di euro), la disponibilità di investimenti totali in Italia supera i 311 miliardi di euri.

 

PNRR e imprese, quale impatto è atteso?

I numeri elencati finora mostrano la portata delle misure europee nella loro totalità. Ma quale impatto avrà il PNRR sulle imprese, in particolare sulle sole aziende digitali?

Secondo una nostra stima interna, il 33% del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza interesserà direttamente le TechCorp.

Solo nel campo della missione M1 (ossia Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo), potrebbero giungere alle aziende tecnologiche italiane oltre 32,29 miliardi di euro.

Osservando poi le altre missioni:

  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: 3,83 miliardi di euro
  • Infrastrutture per la mobilità sostenibile: 3,61 miliardi di euro
  • Istruzione e ricerca: 8,96 miliardi di euro
  • Inclusione e coesione: 4,70 miliardi di euro
  • Salute: 9,72 miliardi di euro

Il PNRR per le imprese italiane, le TechCorp, ha potenzialmente quindi un valore complessivo di 63,10 miliardi di euro,

Il dato potrebbe essere ancora più elevato: perché è necessario considerare anche le ricadute indirette. Basti fare un esempio: alla quota dei fondi in capo alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione corrispondono relativi appalti e affidamenti che, dunque, vedranno il coinvolgimento delle imprese.

Cosa fare, dunque, per non perdere l’occasione che il PNRR rappresenta per le imprese?

Naturalmente avviare all’interno dell’organizzazione una ricognizione strategica, per individuare i programmi realmente di interesse. A quel punto, sarà possibile rispondere a un avviso o bando, secondo le indicazioni contenute e, fermo restando, il soddisfacimento dei requisiti, stabiliti per ognuno.