È il febbraio del 2004 e, dalla sua stanza ad Harvard, l’ancora studente universitario Mark Zuckerberg sta lanciando una nuova piattaforma per gli studenti del suo campus, ancora ignaro della risonanza mondiale che questa iniziativa gli avrebbe portato.
Se facciamo un flash-forward di una quindicina d’anni ci troviamo, a conti fatti, davanti al più grande Social Network che l’umanità abbia mai visto, con oltre 2 miliardi di utenti attivi, 35 milioni dei quali solo in Italia.
Che si parli degli Stati Uniti o del Bel paese, Facebook rappresenta una piazza gigantesca per le aziende che desiderano comunicare il loro prodotto o servizio, nonché un’occasione immancabile per fare Brand Awareness o per generare nuove Lead.
Ma quando si parla di Marketing su Facebook, quali contenuti permettono di sfruttare al meglio le opportunità di questa piattaforma? A quali insidie è opportuno prestare maggiormente attenzione?
Alla base del Marketing Inbound c’è e ci sarà sempre il focus sulla produzione e la promozione di contenuti di valore che possano attrarre gli utenti.
L’idea di partenza del Marketing su Facebook non si discosta affatto da questa linea, promuovendo il motto “Content is King” a sostegno dell’idea che se i tuoi contenuti sono di valore, la risonanza mediatica sarà una diretta conseguenza.
Questa proposizione è sicuramente in parte vera, ma spesso si scontra con la realtà della piattaforma, che nasconde alcune complessità legate alle dimensioni, alla tipologia di audience e all’algoritmo interno.
Innanzitutto, bisogna considerare le dimensioni dell’audience di Facebook: miliardi di utenti che postano contenuti quotidianamente implica una crescita esponenziale della competitività dei contenuti. Quanto è difficile far sì che un post venga mostrato efficacemente a tutta la mia audience potenziale, se ci sono migliaia e migliaia di utenti che postano qualcosa di analogo?
C’è poi da considerare la struttura dell’algoritmo interno: molte aziende che vogliono usare Facebook per promuovere i loro contenuti non sono consapevoli del fatto che solo una minima parte dei loro fan vedrà i post che pubblicano.
La portata organica è, difatti, sempre più limitata, a volte anche meno del 10%, soprattutto quando la Fan Base è molto piccola (sotto i 1000 Fan).
Riassumendo, postare contenuti di valore su Facebook è alla base di una buona strategia di marketing, ma non ci si può mettere il paraocchi e ignorare gli evidenti limiti della piattaforma, tali da rendere spesso necessario il ricorso ad attività Paid.
Sui 70 miliardi di fatturato netto di Facebook nel 2019, le attività di Advertising hanno rappresentato il 98% degli introiti.
Questo dato ci aiuta a comprendere l’enorme importanza dell’ADV per i guadagni della piattaforma e, di conseguenza, come rappresenti uno strumento imprescindibile per comunicare e promuovere i propri contenuti.
Per quanto intuitiva e semplice da utilizzare, la piattaforma supplisce difficilmente al bisogno di molte aziende, soprattutto nel mondo B2B, di ottenere una targettizzazione precisa della propria audience di riferimento.
Se comparata con altre piattaforme come LinkedIn Campaign Manager, infatti, la targettizzazione di Facebook offre categorizzazioni più ampie e generiche relative agli interessi degli utenti (sport, salute, moda ecc.) e differenziazioni principalmente basate su caratteristiche demografiche (come età, sesso, paese di residenza ecc.).
Può, pertanto, risultare complesso assicurarsi di mostrare i propri contenuti a utenti in target.
Arriviamo quindi al punto cruciale del discorso: quali sono gli elementi principali da prendere in considerazione quando si sviluppa una Content Strategy su Facebook? In altre parole, quali sono i contenuti vincenti?
Qualsiasi sia l’ambito di competenza di un’azienda, c’è sempre un modo più efficace per promuovere contenuti interessanti che stimolino la curiosità degli utenti.
Un ottimo esempio ce lo danno le “mini-infografiche”: riassunti Visually Appealing di news di settore, nuovi trend di mercato o insights sulle attività svolte dall’azienda.