Che il content marketing sia sempre più importante per le aziende è un dato di fatto, anzi un insieme di dati visto che secondo Hubspot, il 90% dei marketer utilizza un piano di content marketing e continuerà a investire in questa modalità anche per tutto il 2022.
Il 60% di chi si occupa di marketing, poi, misura il successo della propria strategia di content marketing grazie al fatto che ha contribuito ad aumentare le vendite. Così come tra gli obiettivi delle attività di marketing, secondo il Content Marketing Institute, i più “comuni” sono aumentare la brand awareness, le vendite ma anche il livello di engagement.
E se è chiaro dove si vuole arrivare, qual è la strada che invece bisogna percorrere? Ossia su quali tipi di contenuti puntare?
Ecco 3 tipi di contenuti che abbiamo selezionato per voi e che, secondo la nostra esperienza, sono indubbiamente da considerare per il proprio blog o sito aziendale. Ossia da inserire nel piano editoriale.
Come fare la fattura elettronica? Oppure come coinvolgere i dipendenti? O ancora: come preparare una riunione in lingua?
Sono solo degli esempi, ma hanno tutti una cosa in comune: si tratta di domande o meglio dire intenti di ricerca di chi vuole esattamente sapere come fare una determinata cosa. Non vuole comparare prodotti o servizi, né tantomeno vuol sapere dove si trova il negozio più vicino, chi fa ricerche di questo tipo tradisce un search intent di tipo informazionale e molto pratico.
E i contenuti how to rispondono essenzialmente a questo. Si tratta di contenuti “evergreen” ossia sempre validi - ma che comunque devono essere aggiornati - che hanno come obiettivo quello di informare e rispondere al bisogno di saperne di più, generare fiducia nell’utente. Gli “how to” devono essere quindi ben strutturati, suddivisi in paragrafi, che rispondono a diverse tipologie di ricerche collegate all’argomento principale - ecco perché conta fare una keyword research che consideri anche le keyword correlate e di coda lunga - e devono essere scritti con un linguaggio semplice ma non semplicistico. Evitando toni da chi si mette in cattedra, ma con piuttosto l’obiettivo di informare in modo semplice e trasparente. E gli ultimi aggiornamenti di Google paiono confermarlo: ok la SEO, ma ancora più importante è l’utilità dei contenuti proposti nel risolvere un problema.
I list article, come dice la parola stessa, sono degli articoli in cui si elencano “cose”. Come la parola fa infatti intuire, si tratta di articoli che prevedono una lista.
Qualche esempio? 10 cose da sapere sulla Great Resignation, o I 5 errori di marketing automation che le aziende fanno sempre e come evitarli sono degli esempi di list article in cui si sceglie un argomento e lo si sviscera mettendone in evidenza alcuni aspetti. Quello che conta è che ogni punto della lista - che di solito sono 3, (come per questo articolo), 5, 7 o 10, ma non c’è una regola - sia trattato davvero e in qualche modo argomentato.
Un list article infatti non deve essere uno sciorinare elenchi, ma un mettere in evidenza alcuni aspetti cercando di spiegarli al lettore e facendo capire anche perché li si è scelti. Qualche dritta per farli al meglio:
Anche se la gente legge sempre meno, o almeno così si dice, fondamentale non trascurare gli e-book, specie in contesti aziendali o B2B dove c’è un interesse costante verso l’aggiornamento. Ecco perché in una strategia di content marketing che miri a un certo tipo di clientela, un e-book non dovrebbe mai mancare.
Scegliere su quale argomento realizzarlo è innanzitutto il primo, scontato man fondamentale, passo. Bisogna capire il momento in cui lanciarlo, qual è il contesto e cosa è stato prodotto dagli altri fino a quel momento, nonché fare una keyword research e guardare cosa restituisce la SERP cercando determinate parole chiave su Google.
Per quel che riguarda la realizzazione, quello che conta è che non sia particolarmente lungo e riguardi un tema ben preciso perché è lo strumento attraverso cui affermare il proprio pensiero in modo più argomentato di quanto si possa fare in un articolo, per esempio. E che sia ovviamente legato al proprio business, ma senza risultare autoreferenziale. In fondo, lo si realizza principalmente per generare lead (attraverso il rilascio di dati per il download) e fidelizzare la clientela, e per far questo fondamentale è porsi in un’ottica editoriale, informativa: non stiamo facendo pubblicità, ci stiamo ponendo come esperti del settore.